Medici e infermieri si preparano a una grande mobilitazione a livello nazionale, con uno sciopero fissato per il 20 novembre.
Gli organismi sindacali che rappresentano queste professioni, come Anaao-Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up, sono gli artefici di questa protesta. Le ragioni alla base di questo evento, che avrà luogo a Roma in Piazza S.S. Apostoli dalle 12 alle 14, non si limitano all’attuale manovra finanziaria del governo Meloni. Ci sono anche altre problematiche profonde, che affliggono sia il Servizio Sanitario Nazionale che la dignità dei professionisti sanitari. I pazienti potrebbero trovarsi ad affrontare disguidi in merito a visite ed esami già programmati.
L’adesione allo sciopero del 20 novembre si annuncia come una situazione altamente partecipata. Secondo Pierino Di Silverio, segretario nazionale di Anaao-Assomed, la platea complessiva dei medici dirigenti sanitari e veterinari conta 119 mila professionisti in tutto il territorio italiano. Tuttavia, tra gli stessi ci sarebbero circa 50 mila medici capaci di fermarsi per il giorno della protesta. Ma i numeri parlano chiaro: non sarebbe nemmeno un buon 20-25% del personale delle aziende sanitarie a poter prendere parte allo sciopero, lasciando al “lavoro” altrettanti 30 mila medici. Un dato significativo che si sposa pure con la necessità di manifestare il crescente malcontento verso le molteplici problematiche del settore.
I motivi di questa mobilitazione non si limitano soltanto alla legge di bilancio, con la quale si sta contribuendo alla costruzione del sistema sanitario per il 2025. Essi affondano le radici in una situazione ben più complessa. Le organizzazioni sindacali in una nota hanno fatto eco all’inevitabilità di alzare la voce. Non è una scelta facile “astenersi dal lavoro per un giorno,” ma la situazione attuale necessita di un complessivo ripensamento. Una voce chiara è quella dei medici, a partire dalla consapevolezza che una protesta ben congegnata è necessaria per riavvicinare le istituzioni ai bisogni reali dei cittadini.
Le rivendicazioni dei professionisti sanitari
“Non è solo il discorso meramente economico a farci scendere in piazza,” sostengono i rappresentanti sindacali. Oltre ai finanziamenti carenti per la sanità pubblica, vi sono il mancato rispetto delle normative contrattuali, la necessità di un piano urgente di assunzioni e l’assenza di sgravi fiscali sulle indennità. Ma non finisce qui. Per gli uomini e donne in camice bianco, c’è anche la necessità di restituire dignità al proprio lavoro, un aspetto cruciale che tocca le corde sensibili dei giovani professionisti, tanti dei quali decidono di lasciare il paese per cercare opportunità all’estero.
Può sembrare strano, ma questa fuga di cervelli è un segnale che non deve essere ignorato. L’idea di dover andare dall’altra parte del mondo per trovare colleghi pronti a ricoprire i posti vacanti nel sistema ospedaliero italiano è una situazione che allarma. Ma perché continuano a fuggire? Gli stessi medici dichiarano che ciò che cercano non è solo uno stipendio più alto ma anche condizioni lavorative che rispettino la loro professionalità e il loro benessere psicologico. Questa serie di motivazioni si intreccia con una cultura spesso sottovalutata, quella del riconoscimento della competenza e del sacrificio quotidiano che i professionisti sanitari mettono sul campo.
Rischi e disagi per i pazienti il 20 novembre
In vista dello sciopero in programma, è dei giorni scorsi l’ottimizzazione dei servizi di emergenza e pronto soccorso, che saranno garantiti. Tuttavia, si preannunciano disagi per una vasta gamma di servizi ambulatoriali. Visite e esami prenotati rischiano di subire ritardi, rinvii o addirittura cancellazioni, creando non pochi problemi per i pazienti in attesa di riscontri. L’incertezza rende più che mai importante tenersi informati. È altamente consigliato contattare le strutture sanitarie per avere delucidazioni sui servizi rimodulati e sulle eventuali riprogrammazioni necessarie.
In questa delicata situazione, i cittadini sono invitati a restare vigili e ben informati. Le informazioni possono variare da un presidio sanitario all’altro, pertanto è essenziale non sottovalutare i potenziali disagi. Questo sciopero si configura come un importante atto di protesta, ma anche un’opportunità per riflettere sul valore di medici e infermieri e sulla loro missione. Con una sanità pubblica che si trova in un momento di crisi, non c’è dubbio che la protesta avrà risonanza e un’attesa attenzione da parte non solo dei professionisti coinvolti ma anche dell’opinione pubblica.