CINEMA E TV

Albert Ruddy è morto, addio al noto produttore

Il mondo del cinema piange la morte di un grandissimo produttore, si tratta di Albert Ruddy che aveva 94 anni e si è spento il 25 maggio.

Solo oggi è stato annunciato il decesso da un portavoce al Guardian, era noto per aver prodotto capolavori come Il Padrino e Million Dollarr Baby.

Pare proprio che le ultime parole di questo straordinario uomo siano state “La partita è finita, ma l’abbiamo vinta“, consapevole magari che la sua ora stava per arrivare. Sono tanti gli artisti internazionali che si sono fatti sentire perché legati a lui da un profondo rispetto e da una storia che andava avanti da molti anni nel campo professionale.

In carriera aveva lavorato con gente del calibro di Francis Ford Coppola, Marlon Brando, Al Pacino e tanti altri. In tutti ha lasciato un ricordo indelebile per la sua professionalità e per un modo di stare vicino al cast dei film che produceva molto diversa da quella degli altri. Andiamo ora a scoprire qualcosa in più della sua carriera, per ricordarlo dopo che è scomparso.

Chi era Albert Ruddy?

Albert Ruddy era nato a Montreal, in Canada, il 28 marzo del 1930. Tra i più grandi amici avuti nel cinema c’è sicuramente Clint Eastwood con il quale lavorò nel 2004 producendo Million Dollar Baby che gli permise di vincere il secondo Oscar per il miglior film della sua carriera. Produrrà all’amico anche Cry Macho – Ritorno a casa del 2021.

Il primo lo aveva vinto nel 1973 con Il Padrino di Francis Ford Coppola. In carriera ha collaborato alla produzione di numerose serie tv come Alla conquista del West, Gli eroi di Hogan e Walker Texas Rangers. In carriera ha scritto anche il soggetto di Quella sporca ultima meta del 1974 diretto da Robert Aldrich e L’altra sporca ultima meta di Peter Segal del 2005.

Il Padrino prodotto da Albert Ruddy (ANSA) NuovoTeatroAriberto.it

Al Pacino ha detto di lui in un comunicato:È stato assolutamente meraviglioso con me per tutto il tempo delle riprese de Il Padrino; anche quando non mi volevano, lui mi voleva. Mi ha dato il dono dell’incoraggiamento quando ne avevo più bisogno e non lo dimenticherò mai”.

Parole che fanno capire la caratura di un personaggio che mancherà sicuramente alla storia del cinema anche se non era uno di quelli che voleva mettersi in mostra davanti a tutti per far emergere la sua personalità. Preferiva infatti lasciare i primi piani ad altre persone e così ha fatto andandosene via in punta di piedi.

Matteo Fantozzi

Giornalista pubblicista dal 2013 è laureato in storia del cinema e autore di numerosi libri tra cui “Gabriele Muccino il poeta dell’incomunicabilità” e “Gennaro Volpe: sudore e cuore”. Protagonista in tv di trasmissioni come La Juve è sempre la Juve su T9 e Il processo dei tifosi su Teleroma 56.

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