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Gli animali bevono molto più alcol di quanto immaginiamo

Il tema dell’alcol è spesso associato esclusivamente agli esseri umani, ma la realtà è che gli animali bevono.

Infatti, l’etanolo, che è il componente principale responsabile degli effetti inebrianti, è presente in natura e viene consumato anche da vari animali. Recenti studi hanno rivelato l’affascinante relazione tra fauna e alcol, sottolineando non solo la presenza di questa sostanza in frutta fermentata, ma anche le strategie evolutive che le specie hanno sviluppato per gestire i suoi effetti. Scopriamo insieme questo intrigante argomento.

L’origine dell’etanolo in natura risale a circa centomila anni fa, coincidente con l’emergere delle piante fiorite. Queste piante hanno evoluto la capacità di produrre frutti zuccherini e nettare per attirare gli impollinatori. Una volta che questi frutti cominciano a maturare e a decomporsi, si verifica un processo di fermentazione naturale dove lo zucchero si trasforma in alcol. Per molti animali, soprattutto quelli frugivori, questo rappresenta un’opportunità non solo per nutrirsi, ma anche per aumentare l’apporto calorico in modo relativamente semplice.

È sorprendente sapere che, in media, la quantità di alcol contenuta nella frutta fermentata varia tra l’uno e il due per cento, ma ci sono eccezioni. Ad esempio, alcune palme a Panama sono state registrate con frutti che raggiungono il dieci percento di alcol, un valore simile a quello trovato in alcune birre artigianali. Questo significa che gli animali che si cibano di questi frutti possono beneficiare di un apporto calorico elevato. Tuttavia, non tutto è così semplice come sembra. Mentre la natura offre calorie sotto forma di alcol, essa pone anche il rischio di intossicazione. Questo dilemma calorico si presenta come un gioco di equilibrio tra il bisogno di nutrimento e i pericoli dell’alcol.

Calorie, ma a che prezzo?

Sebbene l’etanolo possa apparire come una fonte abbondante di energia, il rischio di intossicazione è un aspetto cruciale da considerare. Le ricerche suggeriscono che numerosi animali, specialmente tra i primati, abbiano sviluppato caratteristiche genetiche che consentono loro di metabolizzare l’etanolo, riducendo così gli effetti potenzialmente dannosi dell’ingestione di alcol. Come evidenziato da Matthew Carrigan, un ecologo molecolare, essere ubriachi in situazioni di pericolo – come la scalata di un albero, per esempio – non è mai una buona idea.

Una scimmi avestita che beve dalla cannuccia (nuovoteatroariberto.it)

Contrariamente agli esseri umani, che cercano spesso il piacere dell’ubriachezza senza il corollario di calorie extra, gli animali tendono a cercare il giusto equilibrio. La loro preferenza è chiara: ottenere energia senza gli effetti negativi dell’alcol. Questo chiarisce in modo netto l’importanza dell’evoluzione e dell’adattamento nelle dinamiche alimentari. Siamo di fronte a un sistema complesso dove gli animali devono navigare le sfide offerte dall’ambiente, mentre traggono vantaggio dalle risorse disponibili, come la frutta fermentata, senza cadere nei rischi associati agli eccessi.

Molte le domande ancora aperte

L’alcol, sebbene possa sembrare un semplice nutriente, rappresenta un elemento di grande complessità nell’ecosistema animale. Gli autori dello studio hanno sollevato interessanti domande sull’uso dell’etanolo come fonte di cibo energetico, ma anche sulle potenziali proprietà medicinali. Ad esempio, si è osservato che alcune specie di moscerini della frutta depositano le uova in sostanze alcoliche per proteggere le larve dai predatori.

Inoltre, c’è anche l’ipotesi affascinante che l’etanolo possa favorire la socializzazione tra gli animali, attraverso i suoi effetti sul sistema delle endorfine e sulla dopamina. Queste interazioni sociali potrebbero non solo migliorare il benessere degli esemplari, ma anche influenzare la dinamica del gruppo. Tuttavia, per confermare queste teorie, sarà necessario intraprendere ulteriori ricerche sugli impatti fisiologici dell’etanolo nell’ambiente naturale. Conoscere più a fondo l’interazione tra animali e alcol può ampliare le nostre conoscenze sulla loro vita sociale e sulle loro abitudini comportamentali, rivelando sfumature che ci sfuggono spesso.

Rocco Grimaldi

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