E se ci fosse un falso testamento di Silvio Berlusconi in giro? In realtà qualcuno ci ha provato, si tratta di un imprenditore torinese molto noto.
Ci voleva una mente ingegnosa per programmare una cosa del genere e di fatto il risultato sembrava quasi perfetto, fino a quando però per l’uomo è arrivato il carcere in attesa di processo.
Lui si chiama Marco Di Nunzio ed è stato arrestato in Colombia per aver rivendicato yacht, ville e 26 milioni di euro dal patrimonio dell’ex Presidente del Consiglio. Si spacciava come erede del cavaliere e beneficiario di alcuni beni molto pesanti. A Milano è stata intanto già chiusa l’indagine sull’accaduto.
Questi aveva depositato, lo scorso 29 settembre, un presunto testamento dell’ex Premier sostenendo che il 21 settembre del 2021, davanti a un notaio di Cartagena, Berlusconi gli aveva destinato 26 milioni di euro, uno yacht e le ville ad Antigua nelle Antille ma soprattutto il 2% della Fininvest. Una truffa che sembrava aver portato avanti con grande meticolosità fino però al omento in cui è stato scoperto e arrestato. Ma andiamo a scoprire tutto da più vicino.
Il procuratore di Milano, Marcello Viola, e la Pm, Roberta Amadeo, hanno chiuso le indagini sul falso testamento di Silvio Berlusconi. Ci sarà un processo per falso in testamento e tentata estorsione ai danni dei figli del Cavaliere.
La Procura di Milano, mentre Marco Di Nunzio veniva arrestato in Colombia, gli ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini. Grazie a uno scambio di informazioni l’uomo è stato arrestato dall’autorità giudiziaria colombiana per i falsi commessi in quel paese, ed è stato denunciato anche da una notaia di Cartagena.
Pare che il 55enne abbia formulato tre diversi falsi testamenti olografici, sottoscritti nell’ufficio della “Notaia Primera di Cartagena Bolivar” con cui veniva disposto in suo favore il lascito di “liquidità, quote societarie, imbarcazioni e immobili”. Nelle indagini sono stati sequestrati presso il notaio l’ascolto di testi per ricostruire dove si trovasse Berlusconi il giorno del presunto deposito del testamento colombiano.
Una situazione abbastanza imbarazzante che potrebbe portare l’imputato a un lungo trascorso in carcere. Non sappiamo se ci fossero realmente dei punti di contatto tra l’indagato e Silvio Berlusconi e nemmeno se i due si conoscessero. Quello che appare certo però è che quel testamento era assolutamente un falso, cosa che nessuno sembra già mettere in dubbio ancor prima del processo.
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