SPETTACOLO

Jasmine Trinca sulle violenze alle donne nel cinema, parole forti

Le parole di Jasmine Trinca sulla violenza alle donne nel cinema preoccupano, lasciano un segno e fanno riflettere. L’attrice ha detto la sua sul momento attuale dello spettacolo.

Intervistata da Vanity Fair si è lasciata andare a una confessione fiume che lascia tutti senza parole. Ma cosa è successo?

Jasmine è nata a Roma il 24 aprile del 1981 e in carriera ha vinto davvero tantissimi premi tra cui 2 David di Donatello, 4 Nastri d’argento, 2 Globi d’oro, 2 Ciak D’oro e molti altri ancora. Il suo esordio arriva quando appena diciannovenne conosce Nanni Moretti che per La stanza del figlio voleva una ragazza non professionista. La pellicola vince la Palma d’oro al Festival di Cannes e per lei è un bel trampolino di lancio.

Cosa che si ripete col secondo film in cui lavora, La migliore gioventù di Marco Tullio Giordana in grado di dargli ulteriore visibilità. In carriera ha lavorato con grandissimi registi come Giovanni Veronesi, Michele Placido, Ferzan Ozpetek, Paolo Genovese, Sergio Castellitto, Valeria Golino e molti altri ancora.

Oggi però parliamo di lei per delle parole importanti in cui ha provato a difendere il genere femminile da quella che è una piaga inestinguibile.

Violenza sulle donne, parla Jasmine Trinca

Jasmine Trinca ha parlato così a Vanity Fair, sottolineando: “Ogni donna è libera di parlare con i propri tempi e le modalità che vuole e questo richiede massimo rispetto. La presa di parola collettiva certamente è quello che sarebbe auspicabile. La stampa, la società, dovrebbero avere il coraggio delle donne e non mettere in discussione le loro parole. Il sistema invece reintegra sempre gli abusatori. Continuano a lavorare e a esercitare potere anche ad altissimi livelli“.

Jasmine Trinca sulla violenza sulle donne (ANSA) NuovoTeatroAriberto.it

Aggiunge: Spesso sono gli insospettabili tra registi, persone potenti e celebrate ma anche stimate e riconosciute. Non si tratta solo di mele marce, non si tratta di maniaci. Parliamo di un sistema di potere e del prodotto di una cultura. Abusi che non trovano giustizia ed è terribile pensare che dopo un po’ di rumore tutto tornerà come prima”.

Quando le chiedono se ha subito molestie la donna spiega: “Certo, come il 90% delle donne. È successo diverse volte quando ero più giovane, molestie sia fisiche che verbali. Oggi avrei un’altra capacità nella reazione, sono in una posizione diversa, non ci sarebbero più squilibri di potere. All’epoca, la consapevolezza era diversa, in me e anche forse nel contesto culturale”

Matteo Fantozzi

Giornalista pubblicista dal 2013 è laureato in storia del cinema e autore di numerosi libri tra cui “Gabriele Muccino il poeta dell’incomunicabilità” e “Gennaro Volpe: sudore e cuore”. Protagonista in tv di trasmissioni come La Juve è sempre la Juve su T9 e Il processo dei tifosi su Teleroma 56.

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