L’influenza australiana si sta diffondendo in Italia, portando con sé preoccupazioni e sintomi complessi. I primi casi di H3N2 sono stati registrati in diverse regioni, con particolare attenzione a Lombardia e Piemonte.
Le parole del dottor Matteo Bassetti, infettivologo di spicco, mettono in luce le gravità associate a questo virus. Attraverso i canali social, il medico ha condiviso i recenti sviluppi di un paziente di 76 anni, ricoverato a Genova, la cui condizione ha suscitato allerta.
Il dottor Bassetti ha descritto la situazione del paziente come “un quadro clinico impegnativo e sintomi importanti”. La cosa più sorprendente? I sintomi neurologici stanno emergendo come predominanti. Questo dettaglio è fondamentale, poiché evidenzia la capacità dell’H3N2 di colpire organi vitali, inclusi polmoni e cervello. Le parole di Bassetti chiariscono che il virus sta mostrando un tropismo straordinario, coinvolgendo vari sistemi del corpo. Se consideriamo che l’influenza ha già dimostrato un’abilità di adattamento, le prospettive per questa stagione influenzale non sembrano affatto rosee.
Da quando è iniziata la diffusione del virus, il dottore ha segnalato che il paziente non riusciva nemmeno a riconoscere la moglie, un chiaro segnale di come l’influenza possa colpire anche la sfera neurologica. Inoltre, il 76enne ha riferito di un’evidente perdita del gusto durante i pasti, un sintomo che ricorda le manifestazioni del Covid-19. Questo aspetto fa riflettere e mette in luce l’impatto potenziale di questo ceppo influenzale sulla salute pubblica.
I segni preoccupanti del virus H3N2
Negli ultimi giorni, lo stesso Bassetti ha sollevato precauzioni allarmanti, affermando che un’eventuale crescente incidenza di casi simili potrebbe intensificare la pressione sugli ospedali. In effetti, crede che un maggior numero di pazienti con complicazioni influenzali, come le encefaliti e l’interessamento neurologico, porterebbe a una situazione di profonda crisi nelle strutture sanitarie. La raccomandazione è quindi chiara: è fondamentale che le persone più vulnerabili, in particolare gli anziani, considerino seriamente di vaccinarsi.
L’influenza, infatti, non è da sottovalutare e non colpisce tutti allo stesso modo. Ogni anno, circa 8.000 decessi sono attribuiti a complicazioni influenzali, nonostante il fatto che molte persone considerano questa patologia come un disturbo minore. La gravità dei sintomi può variare notevolmente da persona a persona, e i fattori di rischio come l’età e le condizioni di salute preesistenti giocano un ruolo cruciale.
Sintomi da tenere d’occhio per l’influenza australiana
Gli esperti sottolineano che i sintomi dell’influenza da tenere sotto controllo vanno dalla febbre alta, che supera i 38 gradi, ai problemi respiratori come tosse e naso che cola. Non solo, ma anche i dolori muscolari e articolari rappresentano segnali da monitorare attentamente. Elevarsi a nota aggiuntiva, gli occhi arrossati possono anch’essi rivelarsi un indizio utile. L’attenzione verso questi segnali è posta in primo piano proprio per scongiurare complicazioni più gravi e, come già descritto, far fronte a un’eventuale ondata di pazienti in ospedale.
Il virologo Fabrizio Pregliasco aveva già anticipato, poche settimane fa, una crescita ancor più aggressiva nel contesto respiratorio, in base a ciò che era accaduto nell’emisfero australe. La nuova variante H3N2 si è rivelata dotata di una notevole capacità di eludere le difese immunitarie, il che giustifica la crescente preoccupazione degli esperti. Le conseguenze potrebbero facilmente risultare devastanti non solo per i singoli, ma per il sistema sanitario nel suo complesso.