Matteo Garrone ha vissuto una grandissima serata con il suo Io, Capitano ai David di Donatello 2024. A fronte di tante statuette portate a casa ha voluto soffermarsi anche su un discorso in grado di diventare virale.
Il regista ha ancora una volta dimostrato di essere persona di grandissima umiltà oltre che di una sensibilità che va ben al di là di ogni possibile immaginazione.
Garrone ha specificato: “Volevo per prima cosa ringraziare i giurati. Come sappiamo la regia è legata al racconto, alla visione. Questo film nasce dall’idea di ascoltare le storie di chi di solito non viene ascoltato e soprattutto di raccontare quella parte del viaggio che di solito non viene mostrata”.
Aggiunge: “Per me è stato fondamentale fare questo film insieme a chi ha vissuto quell’esperienza realmente, un’odissea contemporanea. Sin dalla scrittura ho lavorato con chi ha vissuto tutto. Sul set ho avuto realmente quelle difficoltà e ho avuto la fortuna di lavorare con le comparse che avevano fatto quel viaggio e mi hanno aiutato a ricostruire il racconto. Spesso mi sono ritrovato a codirigere il film con loro, a volte si mettevano in scena da soli e io ero il primo spettatore. Quindi regista, ma spesso spettatore. Ringrazio tutte le persone che hanno lavorato e ringrazio gli attori. Purtroppo, siccome non recitano in italiano, non è stato possibile candidarli, però se il film è arrivato così lontano è merito loro”.
Matteo Garrone è sembrato commosso di fronte a questo racconto così complicato, dimostrandosi ancora una volta umile e non presuntuoso di prendersi tutti i meriti di Io, Capitano che rimane però soprattutto una sua creatura che sviluppa la sua visione di cinema in maniera intelligente e con la solita grande sensibilità.
Il film racconta il viaggio di due ragazzi senegalesi che sognano di approdare in Italia per aiutare le rispettive famiglie, ma che compiono una vera odissea affinché un’imbarcazione permetta loro di trovare una nuova vita e una speranza per tutte le persone che hanno vicino.
Il regista lo fa con estremo rispetto, ma anche con la voglia di far notare cose che molto spesso non si raccontano come i sacrifici, i dolori e quello che molti ci mettono per migliorare la loro vita. Un film che tocca l’anima di chiunque e che è girato veramente bene da quello che è inevitabilmente da considerarsi un maestro del cinema italiano e non solo.
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